December 17, 2024
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INTERVISTA: Jannik Sinner dichiara: “Ho lasciato andare una bestia in me e ho un mostro in me dopo”

In un’intervista esclusiva, la sensazione del tennis Jannik Sinner si apre sulla sua ascesa fulminea, le sfide emotive del tennis professionistico e la trasformazione che ha definito il suo recente successo nell’ATP Tour. A soli 23 anni, Sinner si è già affermato come una delle stelle più brillanti del gioco, catturando l’immaginazione dei fan con la sua determinazione ferrea e la sua instancabile ricerca della grandezza. Ma come rivela in questa conversazione sincera, il viaggio è stato tanto sulle battaglie interiori quanto sui trionfi in campo.

**Intervistatore:** Jannik, congratulazioni per la tua incredibile stagione. Hai descritto il tuo recente successo come una trasformazione. Puoi dirci cosa intendi con questo?

**Sinner:** Grazie! Quest’anno è stato speciale. Quando dico trasformazione, intendo qualcosa di profondo dentro di me. Nel tennis, tutti vedono i risultati: le partite vinte, i titoli, le classifiche. Ma dietro le quinte, c’è un gioco completamente diverso in corso dentro la tua testa. Per me, si trattava di confrontarmi con le parti di me che mi stavano trattenendo. Ho dovuto lasciar andare una “bestia”, una parte di me che stava pensando troppo, analizzando troppo e ostacolandomi. Una volta fatto questo, ho trovato qualcosa di ancora più potente. Lo chiamo il “mostro” in me, questa spinta interiore che sembra inarrestabile.

**Intervistatore:** Questa è una metafora potente. Cosa ha innescato questo cambiamento?

**Peccatore:** Non è stata solo una cosa. Ho avuto delle dure sconfitte l’anno scorso, e quelle sono state difficili da digerire. Inizi a mettere in discussione tutto: la tua strategia, la tua forma fisica, anche se sei abbastanza bravo. Dopo una partita particolarmente frustrante, il mio allenatore mi ha fatto sedere e mi ha detto: “Jannik, stai combattendo contro te stesso. Perché non combatti per te stesso invece?” Questo mi è rimasto impresso. Ho iniziato a lavorare con un mental coach e mi sono concentrato sull’accettare la pressione e le aspettative piuttosto che temerle.

Un giorno, durante l’allenamento, qualcosa ha fatto clic. Ho smesso di avere paura di perdere e ho iniziato a giocare per vincere. È stato allora che ho sentito il “mostro” risvegliarsi. È questa energia implacabile, questa chiarezza di intenti. È come se tutta la paura e il dubbio fossero stati bruciati via e ciò che è rimasto fosse questa intensità cruda e concentrata.

**Intervistatore:** Sembra una svolta mentale ed emotiva. In che modo ha cambiato il tuo approccio al gioco?

**Sinner:** Ha cambiato tutto. Il tennis è uno sport così mentale. La differenza tra vincere e perdere spesso si riduce a pochi punti, e quei punti sono vinti o persi nella tua mente. Una volta che ho lasciato andare la paura di commettere errori, ho iniziato a correre più rischi, a essere più aggressivo. Mi sono fidato del mio istinto. Il mio gioco è diventato più veloce, più fluido.

Fuori dal campo, ho iniziato a visualizzare il successo in modo più vivido. Invece di immaginare cosa potrebbe andare storto, ho iniziato a vedermi sollevare trofei, colpire quel vincitore perfetto sotto pressione. È diventata una profezia che si autoavvera.

**Intervistatore:** I fan hanno notato quanto sei stato impavido nei momenti decisivi. È questo il “mostro” in azione?

**Sinner:** [Ride] Sì, assolutamente. Il “mostro” non riguarda la rabbia o l’aggressività, ma la convinzione. In quei momenti difficili, quando la folla ruggisce e tutto è in gioco, mi dico: “Questo è il tuo momento. Prendilo”. Questa mentalità mi ha aiutato a ribaltare le partite che avrei potuto perdere in precedenza. Non è che non mi senta nervoso, lo sono, ma ho imparato a incanalarlo in energia.

**Intervistatore:** In che modo questa nuova mentalità ha influenzato i tuoi rapporti con la tua squadra?

**Sinner:** La mia squadra è stata incredibile. Mi hanno supportato in tutti gli alti e bassi. Questa trasformazione è stata uno sforzo collettivo. Il mio allenatore, il mio fisioterapista e il mio mental coach hanno tutti avuto un ruolo. Mi hanno sfidato a essere onesto con me stesso e mi hanno spinto a raggiungere nuovi livelli. Non è sempre facile ascoltare le critiche, ma ho imparato a vederle come un dono. Credono in me, a volte più di quanto io creda in me stesso.

**Intervistatore:** La tua trasformazione in campo è stata notevole. Fuori dal campo, come ha influenzato la tua vita personale questa mentalità da “mostro”?

**Sinner:** È divertente perché la gente pensa che gli atleti vivano questa vita perfetta, ma anche noi siamo umani. Affrontiamo dubbi, insicurezze e a volte anche solitudine. Imparare ad accettare il “mostro” mi ha aiutato ad avere più sicurezza in tutti gli ambiti della vita. Sono diventato più assertivo, più concentrato su ciò che voglio, non solo nel tennis ma in tutto ciò che faccio.

Mi ha anche fatto apprezzare l’equilibrio. L’intensità che porto in campo deve essere accompagnata da calma e riposo fuori. Ho iniziato a meditare e a trascorrere più tempo con la famiglia e gli amici. Quei momenti mi tengono con i piedi per terra.

**Intervistatore:** Il tennis ha visto leggende come Federer, Nadal e Djokovic dominare per decenni. Senti la pressione di dover prendere il loro posto?

**Sinner:** Non direi pressione, ma c’è sicuramente un senso di responsabilità. Quei ragazzi sono delle leggende, hanno alzato l’asticella molto in alto. Io

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